Apple rispetta la privacy?

Apple rispetta la privacy

Sin dalla sua nascita la Apple ha sempre sostenuto di avere particolarmente a cuore la privacy dei propri utenti. Si tratta di una precisa linea aziendale, una filosofia-cardine che si è evoluta nel corso degli anni diventando ciò che è oggi: una linea diretta.

In parte questo è verificabile con il modello di business della casa di Cupertino. Questo modello prevede la vendita dei prodotti o dei servizi senza la monetizzazione degli utenti. Ovvero i loro dati non vengono trasmessi a terze parti, differentemente da quanto accade, per esempio, con Google e Facebook.

Questa scelta è stata consapevolmente dichiarata da Steve Jobs, il famigerato fondatore della Apple e continuata dal CEO Tim Cook, alla guida dell’azienda dall’agosto 2011.

Specialmente quest’ultimo ha più e più volte dichiarato di voler proteggere le informazioni dei propri clienti anche in situazioni a dir poco complesse.

Basti pensare all’iPhone bloccato di uno degli attentatori di San Bernardino, dove nonostante tutta la delicatezza del caso la Apple ha più volte rifiutato la richiesta dell’FBI di accedere ai dati dell’utente in questione.

A dire il vero poi l’FBI ha usato altri mezzo di convincimento e ha raccolto comunque i dati dell’utente in questione, ma è l’ostinazione della Apple a proteggerne le informazioni ciò che ha catturato l’attenzione al tempo.

Nonostante le varie evidenze del caso, però, restano ancora numerosi dubbi. La Apple davvero riuscirà a dimostrare di avere a cuore la privacy dei propri utenti sempre e comunque? Il tema resta molto delicato e davvero complesso da analizzare.

 

Privacy Apple: adeguamento ed Apple Ads

Il punto centrale dell’intera questione è se davvero la Apple riuscirà a mantenersi costantemente così dura e pura, oppure se i vari adeguamenti in vista del prossimo 25 maggio servono proprio per coprire le varie falle del sistema, – sicuramente poche, nonostante tutto, – per ottimizzare ulteriormente il sistema difensivo sulla privacy dei propri utenti.

Difatti, da un lato la Apple sostiene di essere già da diverso tempo in linea con i principi della normativa europea relativa alla privacy. D’altro canto, la casa di Cupertino non smette di migliorare questo aspetto.

Giorno dopo giorno gli ingegneri della Mela cercano di migliorare ulteriormente questo aspetto dell’azienda. Viene minimizzata la raccolta e l’utilizzo dei dati degli utenti.

Si fa un ampio ricorso all’intelligenza artificiale sugli iDevice; d’altro canto si preferisce evitare di usare l’IA sul sistema Cloud. Viene sempre adottata la politica della massima trasparenza e del consenso (attivo e non passivo) degli utenti.

Il tutto in un quadro prettamente di cyberisucrezza, un requisito senz’ombra di dubbio fondamentale per quanto concerne tutto ciò che riguarda la normativa europea in merito.

Ciononostante, è inutile negare che la Apple raccoglie comunque una quantità, seppur minimale, delle informazioni sui propri utenti per targetizzare la propria pubblicità: l’Apple Ads

Ovviamente questo avviene nel pieno rispetto delle normative di settore, ma è comunque una di quelle condizioni a cui bisogna prestare una certa attenzione.

 

Apple privacy ed il consenso degli utenti

La questione fondamentale del settore della privacy in casa Apple riguarda proprio il consenso degli utenti. Già da tempo la Apple sembra aver intrapreso la strada della famosa Privacy by Design, ovvero della progettazione dei dispositivi e degli servizi sin da subito pensati in modo tale da minimizzare ulteriormente la raccolta delle informazioni lasciando il controllo e i poteri decisionali agli utenti stessi.

Proprio questi, difatti, avranno il potere di decidere quando e quali dati inviare alla casa di Cupertino, oppure non inviarli affatto.

Al giorno d’oggi, per configurare il proprio iPhone all’utente viene richiesto un opt-in. Quest’ultimo deve accettare per continuare e quindi dare il consenso alla Apple sul trattamento dei propri dati personali in formato minimale.

In altre aziende molte delle opzioni relative alla privacy sono già attive e spesso l’utente non sa nemmeno del fatto che sta di già trasmettendo dei dati alla casa madre.

In questo modo, se un’applicazione richiederà un servizio di localizzazione e quindi vuole accedere alle informazioni della fotocamera, della rubrica, dell’album delle foto oppure al microfono, all’utente verrà sempre richiesto il consenso.

Ancor oggi nella Silicon Valley ci sono moltissimi dibattiti relativi alla privacy e al suo corretto utilizzo da parte delle principali aziende produttrici. Per esempio è stato deciso che anche per attivare Siri, l’assistente vocale, è necessario richiedere l’autorizzazione all’utente e, ovviamente, almeno a prima vista sembra una scelta davvero ben fatta.

Ovviamente lo stesso vige anche per tutti quei meccanismi di tipo smart che offrono al melafonino la possibilità d’imparare le cose dal proprio utilizzatore.

Talvolta potrebbe sembrare che siano davvero moltissime le informazioni a cui bisogna prestare attenzione. In realtà, però, non è affatto così, in quanto i dati sono molto di meno rispetto a quelli richiesti da moltissimi altri fornitori di servizi delle altre piattaforme. Dopotutto viene anche ampliato il modello opt-out.

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Privacy Apple, parola d’ordine autodisciplina

Il regolamento della Apple, insomma, prevede che sia applicata una forte autodisciplina da parte dei suoi stessi prodotti e dei servizi annessi. Il tutto vincolando fortemente le applicazioni di terze parti che possono venire scaricate dall’App Store Online.

Il discorso è, ovviamente, molto simile anche per quanto concerne i browser come Safari e tutte le web app progettate per il sistema operativo iOS. Il caposaldo resta comunque quello legato alla trasparenza delle funzionalità.

Laddove molte aziende preferiscano comunque avere una panoramica più ampia sui dati dell’utente, la Apple cerca di minimizzare il tutto. Per riuscirci essa fa anche un ampio utilizzo della tecnologia end-to-end. Quest’ultima non le permette di avere delle informazioni sulle chat oppure sulle videochat.

Per esempio, un itinerario sulle mappe della Apple viene gestitato dal server della casa di Cupertino in modo anonimo, ovvero non può essere tracciato nemmeno dalla stessa Apple. Inoltre il viaggio viene privato del punto di partenza e di quello di arrivo.

In questo modo si cerca di minimizzare ulteriormente il rischio d’identificazione dell’utente finale. Proprio come questo, anche molti altri servizi cercando di rendere ulteriormente anonimo il lavoro degli utenti della Apple.

 

La privacy non intacca la qualità dei prodotti Apple

In contemporanea, la stessa Apple sostiene di non pregiudicare la qualità dei propri servizi rispetto a quelli della sua concorrenza. 

Come dicono i portavoce dell’azienda, è solo un sistema leggermente più difficile per fare quasi le stesse cose. Per esempio, spostando sull’iDevice alcune attività che gli altri svolgono su Cloud.

Le foto dei clienti vengono tutte analizzate e raggruppate nel sistema automaticamente da un sistema d’intelligenza artificiale. Quest’ultimo, però, non opera nella nuvola, ma unicamente sul dispositivo.

Il tutto senza comunicare informazioni di nessuno genere alla Apple stessa. Ovviamente anche il servizio a pagamento, Apple Pay, è crittografato.

Tant’è che gli unici a conoscere il beneficiario del pagamento sono il circuito per mezzo del quale si effettua il pagamento e l’utente stesso. La Apple non ha alcun informazione relativa ai pagamenti effettuati.

Le politiche relative alla privacy targata Apple sono state rese più esplicite, assecondando ciò che chiede la norma Gdpr in merito. 

Sono state raccolte in una sola pagina da un sistema e vengono costantemente aggiornate insieme agli aggiornamenti iMac, iPhone e iPad, oltre che dall’icona che si attiva quando viene richiesto che siano raccolte delle informazioni personali.

Ovviamente, la Apple ha comunicato che tutta la documentazione relativa alla sicurezza e al rispetto della privacy debbano essere richieste dai Garanti della Privacy dei vari vari Paesi oppure dalla magistratura. 

Questo per dimostrare che le politiche aziendali al momento della creazione dei servizi e dei prodotti siano corrette rispetto alle finalità dell’azienda: quelle di rispettare la privacy dei propri utenti.

 

Nessun aggiornamento per i prodotti nati dopo il 2010

Sempre stando a quanto riportano i portavoce aziendali, la Apple non ha dovuto fare alcun cambiamento per nessuno dei propri prodotti o servizi nati dopo il 2010. 

Questo poiché erano tutti dei prodotti già nati nel pieno rispetto della privacy degli utenti. In questo, – come sostengono i tecnici della Apple con molto orgoglio, – sono gli standard europei ad allinearsi con quella della casa di Cupertino in materia di privacy.

Come già accennato precedentemente, la Apple vende comunque delle informazioni per fini pubblicitari. Tuttavia, lo fa su di una scala particolarmente ristretta e di grandezza molto inferiore rispetto ai propri concorrenti.

In modo particolare, nell’App Store si traccia il profilo degli acquisti da parte di un utente per le pubblicità delle altre applicazioni e delle applicazioni delle news.

Nel dettaglio, nell’App Store online si tracciano gli acquisti dell’utente per svolgere al meglio le pubblicità delle altre applicazioni e nell’applicazione della News. Il profilo dell’utente viene costantemente anonimizzato per creare dei gruppi con gli interessi simili a quelli dell’utente.

Ultimamente la Apple si è adattata anche alle ultime richieste della GDPR. Ovvero ha implementato il download selettivo dei dati dell’utente, restringendo la ricerca automatica delle sue informazioni.

 

Privacy Apple: pagina dedicata e riorganizzazione

Altresì la casa di Cupertino ha realizzato una pagina di specifica per offrire all’utente la possibilità di sospendere o cancellare definitivamente il proprio account. 

Tutte queste operazioni sono alquanto innovative e inedite. Tutte volte a semplificare ulteriormente la vita agli utenti della Mela.

Per dirla brevemente, insomma, la casa di Cupertino sembra aver completamente riorganizzato la politica relativa alla privacy. Il tutto per rendere l’intero funzionamento della politica relativa ancora più semplice e intuitivo.

La strategia di trattamento dei dati personali è stata ulteriormente ampliata, senza, però, che sia cambiato nulla in sostanza, poiché a detta degli stessi esponenti della Apple, era già in norma con gli standard europei.

Molto spesso la Apple mette a punto anche dei nuovi strumenti utili al controllo dei dati personali del cliente. 

Vengono costantemente introdotti dei nuovi aggiornamenti software sui futuri prodotti e la tutela della privacy gode di una grande attenzione da parte delle autorità della Apple.

In molte applicazioni della Mela vengono incluse delle informazioni specifiche utili per capire come l’azienda di Cupertino utilizzerà i tuoi dati. Altresì sono stati introdotti numerosi strumenti extra nella pagina ID Apple per aiutarti a controllare i tuoi dati meglio.

Volendo, potrai ottenere una copia dei tuoi dati oppure chiedere alla Apple di correggere le informazioni. In alternativa, utilizzando i dispositivi Apple potrai anche eliminare oppure disattivare il tuo account del tutto. Si lascia, insomma, una grandissima libertà all’utente finale che può decidere da solo come utilizzare le varie opzioni messe a disposizione da quest’azienda.

Le novità, però, non si fermano qui, ma continueranno ad arrivare ancora perché per la Apple la privacy non è soltanto una questione come mille altre. Bensì è il punto-cardine del lavoro dei suoi tecnici.

Per questo presto le novità non riguarderanno soltanto l’Unione Europea, ma saranno disponibili anche molto lontano dai suoi confini.

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Apple difende la privacy ad ogni costo

Apple è anche tra le poche aziende in assoluto a poter contrastare i Governi nella loro volontà di richiedere i dati dell’utente. La normativa europea prevede che le autorità centrali dei Paesi membri possano richiedere alla Apple e ottenere dalla stessa il consenso ad accedere ai dati personali degli utenti della Mela.

Come ben sappiamo, però, questo non è affatto facile considerando l’ostinazione della Mela a difendere i dati personali dei propri clienti a ogni costo.

Ciononostante, restano anche alcuni altri problemi che per l’onor del vero bisogna citare. Per esempio, un ricercatore tedesco di nome Johannes Osterhoff ha ampiamente dimostrato che per mezzo degli iDevice è facilmente lo stalking.

L’informatico proveniente dalla Germania ha acquisto un iPhone e ha saputo realizzare una sorta di Grande Fratello utilizzando un blog collegato al suo melafonino.

L’esperimento era basato sul funzionamento dell’iPhone stesso, che fa uno screenshot ogni volta che si premere il pulsante centrale.

Johannes è riuscito a crackare il proprio melafonino e ad installare 2 script che hanno permesso di duplicare la cartella degli screenshot per inviarli al suo blog.

Il risultato dell’esperimento lascia spazio a numerose domande, ma pone anche delle basi per una futura evoluzione del melafonino.

Un’evoluzione che toccherà anche i successi prodotti della Apple, perché, a detta di Tim Cook “quando noi lanciamo un prodotto, pensiamo sin da subito a quello successivo. E possibilmente anche a quello dopo”.

Si pensa, insomma, che questo piccolo inconveniente sarà presto eliminato.