iOS contro Android, negli USA Apple domina

iOS contro Android negli USA Apple domina

Che l’iOS contro l’Android fosse una sfida eterna, quasi di quelle classiche, lo si sapeva già da molto tempo.

Le rispettive aziende sono costantemente al lavoro per raggiungere dei nuovi traguardi e regalare ai propri utenti un’esperienza di utilizzo… a dir poco futuristica.

Di anno in anno vengono implementate le nuove tecnologie, nascono nuovi dispositivi e si continua quel che a tutti gli effetti si può considerare come una battaglia senza esclusione di colpi.

Si lavora, insomma, per prendersi la prima posizione su di un mercato che è sempre in rapida evoluzione, che coinvolge gli utenti mentalmente.

Gli ingegneri della Apple lavorano duro per superare quelli della Google e sebbene per il mondo intero i risultati parlino chiari, per quanto riguarda gli USA la storia è ampiamente diversa.

Qui è proprio il sistema iOS a dominare lasciando ai propri concorrenti un margine molto piccolo.

Se poco fa sembrava che l’Android fosse destinata a vincere questo eterno duello, – e ancor oggi sembra così per l’Europa e il resto del mondo, tranne gli USA, – al giorno d’oggi si può dire che la Apple sia riuscita a prendersi una piccola rivincita con il suo iOS, che in poco tempo è divenuto il sistema operativo più utilizzato negli States.

Tanto che, secondo alcune ricerche svolte in merito, iOS viene utilizzato da ben 7 americani su 10 e ha una media di utilizzo del 65,5% rispetto al 33,5% dell’Android.

Tutto questo mostra come la questione del duello tra la Apple e l’Android sia sentita nel Paese dei sogni, ma occorre ricordare che la percentuale è una media. In alcuni Stati è persino maggiore, mentre in altri è minore.

Su tutto il territorio americano, però, si ha ciò che si può considerare una netta dominazione del sistema iOS su quello Android. Safari, invece, resta tutt’ora uno dei browser più utilizzati in assoluto specialmente dai moltissimi utenti Facebook, in quanto è la diretta porta accesso del web ed è ottimizzato propriamente per questo social network.

Gli Stati Uniti, insomma, sembrano amare la Apple. Non tanto perché è un’azienda americana, ma perché è un’impresa di qualità. Soprattutto quando si parla dei dispositivi mobili, gli statunitensi sembrano prediligere la sicurezza e la versatilità dei dispositivi iOS alle caratteristiche positive dei sistemi Android.

Google, insomma, sembra essere molto indietro almeno in America, dove, – come ben si sa, – gli utenti hanno spesso dei gusti radicalmente diversi rispetto a quelli che regnano in Europa.

Gli Stati dove la percentuale dei fedelissimi di casa Apple che usano iOS è ancora maggiore sono pochi:

– Alaska, dove l’iOS è al livello di 77,88%, mentre Android ha conquistato il solo 22,12%.

– Connecticut, con la proporzione 76,95% per l’iOS e il 23,06% per l’Android.

– Rhode Island, dove l’iOS ha il primato con il 75,50% delle preferenze, mentre l’Android è al livello del 24,5%;</p>

– A New York, invece, l’iOS è un sistema operativo utilizzato dal 72,75% degli utenti, mentre l’Android è al 27,43%.

– Infine, in California l’iOS detiene il 66,72% delle preferenze e l’Android resta solo al 33,28%.

Con le percentuali dell’iOS che variano dai 2/3 ai 3/4 del mercato, come dichiarato anche da Mixpanel, non sorprende affatto che sia proprio Safari a emergere come il browser mobile più utilizzato in America con una percentuale pari al 58,06.

Subito al secondo posto spicca Google Chrome con tanto di 32,48%, mentre la vera sorpresa è Facebook, che detiene l’8,82% di tutto il traffico mobile.

Milioni di utenti statunitensi, insomma, sembrano preferire la piattaforma social e il suo browser.

Si può parlare di un significativo cambio nelle abitudini di accesso al web?

Secondo noi certamente sì, sebbene esistano comunque numerosi osservatori preoccupati per via degli scandali che recentemente sono emersi a proposito dei clickbait o persino di alcune bufale che in un tempo alquanto breve sono addirittura sfociate in vere e proprie fake news.

Sono tutti fenomeni che si sono resi possibili per via dell’assenza di un pieno controllo umano sulle varie notizie diffuse principalmente tramite i social network, tanto che molto presto sono diventate un fenomeno di rete.

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E cosa a proposito dell’affidabilità?

Quando si parla della popolarità dei sistemi operativi è impossibile dimenticarsi di tutto ciò che riguarda la loro affidabilità.

Quanto spesso crashano? E quanto sono affidabili? Le caratteristiche?

A occuparsene ci ha pensato la Blanco Technology Group che ha stilato una completa analisi risalente all’ultimo trimestre del 2016.

Sfortunatamente per gli utenti della Apple, la stessa ricerca ha sancito che sia proprio l’iOS della Apple il sistema operativo meno affidabile, in quanto causa ai problemi la maggior gamma di guai dovuti al cosiddetto crash del sistema.

La percentuale in questo caso ha superato la soglia del 62%, mentre nello stesso periodo i sistemi Android hanno rivelato un failure rate “solo” pari al 47%.

Dal 2016 è cambiato poco e niente e il sistema operativo di Cupertino continua a essere quello meno stabile e in contempo anche il preferito dagli utenti statunitensi.

La pecora nera della Apple? Sicuramente l’iPhone 6, il cui modello ha influito in un modo abbastanza pesante su tutto ciò che riguarda la Apple, in quanto ha fatto registrare una frequenza di crash particolarmente alta: 29%.

Alle sue spalle si trova il modello iPhone 6S, dove i vari bug e problemi sono stati risolti, ma la percentuale di crash è rimasta comunque a un livello considerevole: il 23%.

Infine, tra i dispositivi meno affidabili della Apple occorre ricordare anche l’iPhone 6 Plus con il 14% di crash del sistema operativo.

Tra i problemi maggiormente diffusi su questo tipo di dispositivi una gran parte riguarda il crash delle applicazioni, il Wi-Fi, le cuffie in dotazione che si rompono in un modo abbastanza facile e così via.

La maggior parte dei problemi è legata anche alla compatibilità delle applicazioni sviluppate da terze parti con il sistema iOS e, principalmente, i crash venivano registrati quando si avviavano programmi legati a Instagram, Facebook oppure Snapchat.

Nel corso degli anni i problemi di compatibilità sono stati eliminati praticamente del tutto e al giorno d’oggi si può dire che il divario tra l’iOS e l’Android si sia ridotto moltissimo, sebbene l’Android resti ancora il sistema operativo più affidabile.

La differenza principale sta nel fatto che l’iOS mostra dei segni di miglioramento e la sua percentuale di affidabilità si avvicina a quella dell’Android, che però non sembra dare alcun segno di progresso.

Per quanto riguarda questo sistema operativo, i dispositivi soggetti a più problemi sono quelli realizzati dalla Samsung: il 16%di crash.

Il motivo principale consiste nell’enorme diffusione dei device prodotti dall’azienda coreana.

Subito dopo è possibile trovare gli smartphone Sony, Motorola e Lenovo i cui crash sono inferiori al 5%.

Per i software, invece, i grattacapi più frequenti sono dati dalla piattaforma di Google Play, che spesso causa degli anomali consumi di batteria e porta agli errori di sistema molto spesso.

Lo stesso discorso vale anche per quanto riguarda Google Contacts Sync.

Non è affatto da meno la fotocamera del dispositivo, che fa frequentemente registrare i vari problemi in lag oppure quelli in avvio.

Al che si aggiungono anche delle considerevoli difficoltà con la porta USB installata nel device.

La soluzione al problema? Un’intensificazione dei programmi di beta testing: un processo già intrapreso da entrambe le aziende al fine di migliorare il proprio servizio.

 

iOS 12 Vs Android P: e su questo fronte chi ha la meglio?

Senz’ombra di dubbio non si tratta solo di uno scontro tra sistemi operativi diversi: si tratta di una battaglia tra filosofie diverse.

Sebbene la Apple e la Google non siano lontanissime per quanto concerne la logistica e tralasciando il fatto che nella Silicon Valley le due aziende sono separate solo da un paio di chilometri, i loro sistemi operativi sono del tutto differenti. Molto di più rispetto a com’era solo qualche anno addietro.

Entrambi sono sistemi operativi chiusi che funzionano in modo ottimizzato unicamente dentro il proprio ecosistema: l’Android non funziona per gli iDevice; l’iOS – per i dispositivi con l’Android.

Tirando fuori un dispositivo Apple dall’ecosistema questo non funzionerà più al massimo, lasciando all’utente numerosi interrogativi e tanti punti di domanda.

Lo stesso vale ovviamente anche per l’Android, pur ricordandosi che i sistemi operativi della Google sono più diffusi di quelli della Apple, motivo per cui è sicuramente più facile restare nell’ecosistema targato grande G che in quello della Mela.

Occorre comunque ricordare che sia la Apple che la Google amano in modo particolare le sorprese. E in modo specialmente amano presentarle ai propri utenti alla fine dei lavori, motivo per cui è meglio aspettare che arrivi la fatidica data di pubblicazione dei nuovi sistemi operativi per scoprirne tutti i segreti e gli arcani misteri.

Per ora possiamo dire certamente che per quanto riguarda il fattore Notch e quello dei gesti il vantaggio sia sicuramente dalla parte dell’iOS 12, in quanto Android P si baserà ancor oggi sul pulsante Back.

Il nuovo Android P, difatti, supporterà una tacca al centro, una all’angolo e una che si trova nella parte superiore/inferiore del display e servirà per ogni evenienza.

L’assistenza vocale, invece, sarà meglio nell’Android P, in quanto tradizionalmente il Google Assistant è meglio dell’ormai solita Siri.

Quest’ultima, difatti, soltanto riavvicinerà i vari dispositivi a Google Assistant, ma non sarà sicuramente meglio della ormai affermata assistente vocale della Google.

Sfortunatamente, ancor oggi l’Android non dispone di una valida applicazione di messaggistica istantanea.

Laddove l’iOS include iMessage,Android P non dispone assolutamente di niente.

Google Hangout è un programma oltremodo limitato e, anche a detta degli stessi sviluppatori, ancor oggi incompleto. Google Duo potrebbe fare delle ottime videochiamate, ma ancor oggi non ci riesce.

Dal canto suo, però, l’Android P potrebbe includere un’ottima funzionalità di multiplayer utile per giocare con i tuoi amici in tempo reale a un qualsiasi videogame contenuto sulla piattaforma.

Cloud Anchors è, difatti, legato ad Android P, ma anche gli smartphone senza il sistema operativo della Google potrebbero trarne un gran vantaggio.

Entrambi i sistemi operativi sono molto sicuri e anche affidabili grazie alla presenza di varie applicazioni di sicurezza. Tu devi solo scegliere il dispositivo che si addice meglio per te stesso!

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L’eterna sfida: ci sarà una conclusione?

Quando si guarda alla lotta tra l’Android e l’iOS sembra di guardare una partita di tennis in cui la pallina rimbalza spesso da una parte all’altra.

Le idee sono così tante che spesso è difficile persino stare dietro a tutte le novità e allora diventa piuttosto naturale affidarsi agli intermediari.

Un giocatore vuole confondere l’altro e in contempo riservare la massima segretezza sui suoi prodotti per evitare che l’altro riesca ad anticiparlo.

La partita a tennis, la competizione sfrenata, è il modo in cui la Apple e la Google cercano di ottenere punti e reputazione, in modo da allungare ancora di più sulle altre aziende e provare a sconfiggere i propri competitori diretti.

Il prossimo ostacolo che entrambi cercano di superare?

La realizzazione degli ecosistemi intelligenti da ambo le parti, che potranno rispondere in modo diretto alle nostre esigenze e convincere gli sviluppatori dei sistemi software e hardware, senza presentare bug o errori di sorta.

E se Android P cerca di lavorare su ogni singolo aspetto in modo differente, l’iOS fornisce una sensazione di lavoro in modalità All-In-One, il che sarebbe anche una caratteristica classica del sistema Apple.

Le applicazioni dell’iOS devono essere interconnesse in modo stretto e l’esperienza dell’utente deve restare liscia mentre la gamma dei prodotti viene coordinata.

Ancor oggi, però, non si sa se questa è una vera benedizione oppure una maledizione, poiché sarà l’utente stesso ad adattarsi alla struttura (e non viceversa).

Sarà l’utente stesso a dover procurarsi le applicazioni di video o di musica, mentre non ci sarà alcuna gestione dei file.

E se da un lato abituarsi alla nuova tradizione sarebbe sicuramente un bene per l’utente, dall’altro lato lasciare un ecosistema già pronto e preparato potrebbe essere un problema, nonché una notevole perdita di tempo.

Cosa fare? Aspettare ancora, ancora e ancora, anni e anni, per vedere chi la spunterà.

Alla fine dei conti per noi è come assistere a un film d’azione, in cui due personaggi lottano per avere la meglio sull’altro. Non è forse divertente e intrigante? A te la risposta.