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Non è soltanto una minaccia per il benessere delle persone. Il Coronavirus sta creando problemi anche non direttamente collegati con la salute pubblica; in particolare, sta rallentando la produzione di iPhone, e costringe Apple a tenere chiusi i suoi negozi.
Scientificamente si chiama 2019-nCoV, ma tutti lo conoscono come Coronavirus, con riferimento al nuovo ceppo che non era mai stato individuati nell’uomo prima d’ora, e che ha iniziato a diffondersi a Wuhan, in Cina, scorso dicembre 2019. Si tratta di un’infezione che ha colpito oltre 31.000 persone nel mondo e che desta preoccupazione perché tra i sintomi include polmonite, difficoltà respiratorie e, in rari casi, soprattutto nei soggetti anziani e immunodepressi, può portare perfino alla morte. Attualmente si contano 600 decessi.
Ma in ballo ci sono molte altre implicazioni indirette, che a lungo andare lasceranno il segno pure sull’economia cinese e mondiale. Il Coronavirus, infatti, sta rallentando la produzione di iPhone 9 e iPhone 12, il cui debutto era previsto rispettivamente a marzo e a settembre di quest’anno; e per di più sta costringendo Apple e molti altri competitor a tenere chiuse le saracinesche. Ecco cosa sta accadendo.
Catena di Montaggio
Le vendite di smartphone in Cina potrebbero dimezzarsi nei primi mesi dell’anno. Lo rivela una recente ricerca di Canalys, in cui si legge:
“Molti lanci di prodotto saranno cancellati o rimandati, dato che gli eventi pubblici di ampio respiro non sono più permessi in Cina. Ci vorrà tempo perché i produttori adattino le proprie roadmap nel paese, il che probabilmente colpirà pure le consegne di 5G.”
Le fabbriche di Foxconn, Pegatron e degli altri partner di Cupertino che avrebbero dovuto aprire i battenti in questi giorni, subito dopo le festività del Capodanno Lunare, lavorano attualmente al 40-60% della capacità, il che significa che non potranno fronteggiare gli ordini di Apple. Negli impianti di Zhengzhou, addirittura, siamo al 10% della forza lavoro standard. E il momento è critico, visto che in teoria tra qualche settimana avremmo dovuto poter mettere le mani sul successore di iPhone SE.
Per questa ragione, Foxconn ha già iniziato a trasferire apparecchiature e know how a Taiyuan, nel Nord della Cina, e addirittura in India, ma la capacità produttiva di questi siti resterà limitata a lungo.
Al momento, le autorità stanno infatti effettuando accurate ispezioni negli impianti per verificare che le politiche sanitarie messe in atto siano sufficienti a prevenire nuovi contagi; maschere obbligatorie, disinfezione a tappeto e più stringenti politiche di refezione aziendale sono già state implementate, ma non è detto che vengano giudicate sufficienti.
Apple Store Chiusi
Gli Apple Store, i call center e gli uffici amministrativi cinesi che erano rimasti chiusi per le festività, non hanno riaperto ieri come da programma. Nelle scorse ore, il capo delle risorse umane Apple Deirdre O’Brien ha infatti scritto agli impiegati del paese chiedendo di pazientare ancora. Alcuni potranno tornare subito a lavoro, ma altri invece resteranno a casa.
“Voglio ringraziare ognuno di voi per la cura, la flessibilità e lo spirito dimostrati nelle scorse settimane,” spiega O’Brien. “Il supporto di Apple alla risposta globale del Coronavirus è ampio e tuttora in corso.” Gli uffici corporate e i contact center dovrebbe aprire la settimana prossima, con data da definirsi; per gli Apple Store, invece, se ne riparlerà più in là, dopo che saranno stati definiti i nuovi “protocolli di salute e le restrizioni locali degli spazi pubblici.”
In pratica, è quasi tutto bloccato. In attesa di capire se gli sforzi sin qui fatti stiano davvero dando i risultati sperati.
L’OMS certifica che non c’è nessun rischio ad acquistare prodotti e accessori provenienti dalla Cina. In questi momenti difficili è importante restare lucidi, e soprattutto lasciarsi guidare dal metodo scientifico. Insomma, niente panico infondato.
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