All’ultimo keynote, Apple ha presentato finalmente i nuovi Mac con processore M1 basato su ARM. Si tratta di macchine dotate di potenza e autonomia, ma hanno anche gravi pecche che Cupertino ha omesso evidenziare.
All’Evento One More Thing, Apple ha presentato tre nuove linee di prodotto: MacBook Air, MacBook Pro e Mac mini basati su processore M1, invece che Intel. In generale, si tratta di un passo avanti fondamentale che spiana la strada per i Mac del futuro; ma d’altro canto, introduce anche delle zone d’ombra su cui è importante far luce prima di un eventuale acquisto. Altrimenti, si rischia una cocente delusione.
I Mac con Chip M1
Il nuovo chip M1 messo appunto da Apple e basato su tecnologia ARM racchiude 16 miliardi di transistor, e integra all’interno in un unico pacchetto CPU, GPU, RAM, Neural Engine, controller dischi, Secure Enclave di ultima generazione e molto altro.
La CPU è a 8 core: 4 ad altissime prestazioni e consumi, ed altri 4 ad alta efficienza che invece consumano appena 1/10 dell’energia; anche la GPU è da 8 core, ed è uno dei chip integrati più potenti al mondo, capace di raggiungere prestazioni fino a 5 volte superiori rispetto al vecchio Mac Intel. Infine, il Neural Engine a 16-core è fino a 11 volte più veloce rispetto al predecessore, ed è in grado di accelerare drasticamente l’automazione per funzioni come l’analisi video, il riconoscimento vocale e l’elaborazione delle immagini.
Tutta questa potenza, tuttavia, non va a scapito dell’autonomia; anzi, rispetto alle generazioni precedenti il MacBook Air con M1 garantisce fino a 15 ore di navigazione wireless e fino a 18 ore di riproduzione video, e addirittura fino a 17 ore di navigazione wireless e 20 ore di riproduzione video col MacBook Pro.
Questi sono i prezzi italiani delle nuove macchine:
- MacBook Air con M1 da 1.159€
- MacBook mini con M1 da 819€
- MacBook Pro con M1 da 1.479€
Quel che Apple Non ha Detto
Sulla carta, si tratta di ottime macchine sia per l’utente alle prime armi che per quello più smaliziato; ma qua e là tra le specifiche dei nuovi Mac con M1, si annidano gravi lacune che è importante conoscere prima di mettere mano alla carta di credito. Ecco cosa c’è da sapere.
1. Vecchia Fotocamera FaceTime
La fotocamera del nuovo MacBook Pro e MacBook Air continua ad avere il solito, vecchio modulo a 720p, lo stesso presente sui vecchi modelli.
Apple giura che il Neural Engine integrato nel chip M1 consente generare un’immagine è più nitida e definita, con più dettagli nelle ombre e nei punti di luce grazie alle tecnologie di rilevamento del volto e di bilanciamento del bianco e dell’esposizione. Ma la risoluzione resta quella di un tempo.
2. Vecchia Thunderbolt
Tutti i nuovi Mac con chip ARM includono porte USB-C che supportano sia Thunderbolt che USB 4.0. Peccato però che la versione di Thunderbolt inclusa non sia la 4.0, cioè l’ultima revisione dello standard, bensì la 3.0.
Questo significa niente supporto ai display 8K, ai dock con 4 porte Thunderbolt 4 e a tutte le altre innovazioni che invece restano per ora un’esclusiva del mondo Intel.
3. Poco Software per Mac
La buona notizia è che i Mac con processore M1 possono far girare nativamente tutte le app per iPhone e iPad; ma per le vecchie applicazioni Intel, la situazione è molto meno rosea.
In teoria macOS Big Sur può appoggiarsi a Rosetta 2, uno strato di emulazione software capace di avviare le vecchie applicazioni Intel che magari servono ancora. Ma ciò comporta una serie di pesanti limitazioni:
- Lentezza: Dovendo emulare una piattaforma completamente diversa, il Mac andrà molto più lento. Se la tua produttività dipende da applicazioni non aggiornate (vecchie versioni di Photoshop, Office, AutoCad, l’app di contabilità, etc.), non passare ai nuovi Mac con chip M1, altrimenti le prestazioni subiranno un drastico calo (circa la metà della velocità nativa).
- Addio Windows: Allo stato attuale, non è tecnicamente possibile supportare la virtualizzazione delle estensioni del Kernel e delle macchine virtuali x86–64. Tradotto in soldoni, niente Windows Virtualizzato.
- Niente Boot Camp: Poiché la piattaforma hardware non è più basata su Intel, non potrete più installare Windows e molti altri sistemi operativi alternativi su una partizione Boot Camp.
E allora perché Apple ha creato Rosetta 2, se ha tutte queste limitazioni? Per semplificare un po’ la transizione per gli utenti. Tutto qua. C’è da comprendere infatti Rosetta 2 non costituisce una soluzione a lungo termine; si tratta di un escamotage per dare tempo agli sviluppatori di portare le proprie app da Intel a ARM.
Considera che al momento solo le app di Apple sono state ottimizzate per M1, inclusi Final Cut Pro e Logic; ma mancano all’appello molti altri blasoni del software tipo Microsoft Office e Adobe Creative Cloud.
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4. Niente eGPU
Molti professionisti affiancano al proprio Mac una eGPU, cioè una una scheda grafica esterna che permette di accelerare cose come rendering, videogiochi e manipolazioni 3D. Il tutto per arrivare ad avere prestazioni superiori rispetto a quelle raggiungibile con il Mac così com’è.
In base alle specifiche di Apple, tuttavia, nessuno dei Mac con chip M1 supporta le eGPU. Motivo per cui, se hai bisogno di maggiore potenza (o magari desideri lasciarti la porta aperta per il futuro), resta sui Mac Intel.
Quando Passare ai Mac ARM?
A questo punto, ti starai domandando: quand’è dunque che avrà senso acquistare un Mac con processore M1? Per come la vediamo noi, dovrà passare almeno un anno, e i principali sviluppatori -inclusi i pachidermici Microsoft e Adobe- dovranno aver portato prima tutte le loro app su ARM.
Anche perché a livello di design, questi Mac sono assolutamente identici ai predecessori; le vere novità in termini di form factor e design si vedranno solo a partire dal 2021. Dunque, si rischia in sostanza di fare da cavie per Apple. Se ti serve un Mac, secondo noi, per ora meglio puntare ancora su Intel.
Tanto più che i Mac Intel saranno supportati per molti anni a venire come al solito, sia a livello hardware che software. Quindi, dal punto di vista della longevità e dell’investimento, per l’utente non cambia nulla. Ma in compenso, con un Mac Intel si acquisisce un ecosistema florido e ben rodato.
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