È ufficiale. La prossima settimana Apple terrà un Evento Speciale su cui ovviamente tutte le bocche restano cucite. Ma è ovvio che si tratti dei nuovi Mac con processore ARM.
Era nell’aria già da tempo, ma ora la cosa si ammanta di ufficialità. Il prossimo martedì 10 novembre si terrà un Evento Apple dedicato con ogni probabilità ai Mac con processore ARM. È la terza rivoluzione di Cupertino, dopo quella dei PowerPC e degli Intel, che renderà le future generazioni di computer ancora più sottili, leggere e performanti.
Evento Speciale
L’evento Speciale Apple si terrà 19.00 ora italiana di martedì 10 novembre, sotto forma di streaming video disponibile su Apple TV, sul sito Apple e infine sul canale YouTube di Apple. Con ogni probabilità sarà tutto registrato in anticipo, per via dei problemi creati dalla pandemia.
Dopo Apple Watch Series 6 e i nuovi iPad, e dopo iPhone 12, ora è la volta dei computer. E grazie alle indiscrezioni di questi giorni, siamo anche in grado di dirvi già da ora quali saranno i modelli coinvolti. Si parte dai portatili, e per una ragione ben precisa.
I Nuovi Mac
Martedì prossimo saranno introdotti tre nuovi modelli di Mac, tutti caratterizzati da un processore ARM sviluppato internamente:
- MacBook Pro 13″
- MacBook Pro 16″
- MacBook Air 13″
Per gli iMac 24″ se ne riparla più in là, probabilmente all’inizio dell’anno prossimo; l’ultimo a fare il grande salto sarà il Mac Pro, e lo farà in grande stile. Sarà il primo infatti a introdurre un design completamente nuovo, ispirato a quello attuale ma grande più o meno la metà. Per quest’ultimo, tuttavia, dovremo attendere almeno il 2022.
Esattamente come avvenne a suo tempo con la transizione a Intel, infatti, le nuove macchine saranno caratterizzate da un design e da un form factor pressoché identici; in altre parole, a vederli da fuori sembreranno uguali ai predecessori. Ma è sotto al cofano che si nasconde il vero miracolo di ingegneria.
Niente processori Intel, né schede grafiche NVidia o AMD. Tutto il potere computazionale sarà derivato dal processore A14 Bionic implementato nella circuiteria. È lo stesso chip utilizzato su iPhone 12 e iPad Air, e possiede una caratteristica che lo rende unico nel suo genere: è il primo del mercato ad essere forgiato con tecnica costruttiva a 5 nanometri che permette di infilare più transistor nel medesimo spazio. Ciò lo rende estremamente parco di risorse, tant’è che i nuovi iPad hanno la stessa autonomia dei modelli precedenti e il 40% di prestazioni in più a fronte di una batteria più piccola.
Perché ARM
Autonomia, sottigliezza e potenza sono solo alcuni dei motivi per cui Apple ha deciso di abbracciare ARM. Dall’altro ci sono anche altre ragioni più tecniche e logistiche. Affrancandosi da Intel, infatti gli ingeneri di Cupertino avranno molto più controllo sulle tempistiche di rilascio dei nuovi processori (il che significa che i Mac usciranno con cadenza ciclica come gli iPhone), e soprattutto sulle tecnologie da integrare; in altre parole, se ad Apple serve una determinata funzionalità hardware per implementare una novità in macOS, ora sarà libera di farlo.
Infine, ci sarà finalmente vera coesione e convergenza tra iOS e macOS, e per la prima volta potremo avere applicazioni davvero universali, capaci cioè di girare contemporaneamente su iPhone, iPad e Mac. Chi ci guadagna alla fin fine è l’utente, ma non è tutto rose e fiori e non mancheranno gli scossoni.
Cosa Cambia per gli Utenti?
Alla luce di quel che abbiamo vissuto con la precedente transizione a Intel, e come spiegato tempo addietro, Apple cercherà il più possibile di semplificare la vita a utenti e sviluppatori. Ciò però non ci risparmierà da almeno tre macro-problemi che potremmo riassumere così:
- Poco Software: Sebbene gli sviluppatori stiano già lavorando da mesi al software nativo per Mac ARM, ci vorrà almeno un paio d’anni per completare la transizione. Neppure Apple si sogna di dire addio a Intel dall’oggi al domani, tant’è che i Mac con processore Intel continueranno ad essere rilasciati come al solito. Fino a quando la situazione non si sarà normalizzata, però, è praticamente certo che molto software -soprattutto quello meno recente, e che non dispone delle risorse per il porting su ARM- resterà vincolato a Intel. La buona notizia, tuttavia, è che probabilmente potrete continuare a usarlo comunque (leggi sotto).
- Rosetta 2: Poiché è impensabile portare l’attuale parco software da Intel ad ARM in pochi mesi, Apple ha creato una tecnologia di emulazione chiamata Rosetta che consente di avviare app Intel su processori ARM; la fregatura è che le prestazioni saranno tutt’altro che entusiasmanti. Dunque, che senso ha acquistare l’ultimo modello di Mac, se poi le app che vi servono girano più lente che sul vecchio computer? E questo è un fenomeno che andrà avanti per diverso tempo.
- Boot Camp: Col passaggio ad ARM, addio a Windows su Mac. O per meglio dire, dimenticate la fluidità e la semplicità con cui poteva essere installato e avviato sulla nostra piattaforma. In presenza di hardware non x86, Boot Camp verrà eliminato da macOS, e occorrerà sostituirlo con software più pesanti e complessi (a pagamento), con prestazioni molto inferiori rispetto a quelle cui eravamo abituati. In altre parole, se avete bisogno di Windows per lavoro, restate coi Mac Intel fino a quando possibile.
Da ciò si evince che non convenga gettarsi a capofitto sulle nuove macchine. Per i prossimi 6-12 mesi è altamente improbabile infatti che gli utenti possano trarre reale vantaggio dall’acquisto di un nuovo Mac. Tanto più che i Mac Intel saranno supportati per anni con aggiornamenti software e nuove versioni di macOS, anche a transizione avvenuta. Pertanto, per chi decidesse di acquistare un Mac Intel oggi, il ciclo di prodotto resterà pressoché immutato.
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